L’amianto continua a uccidere anche in Italia. L’Iss in queste ore ha diffuso un nuovo rapporto sull’incidenza e sulle vittime.
Dati preoccupanti emergono dalle ultime analisi di questo periodo. L’Istituto Superiore di Sanità ha tracciato un quadro estremamente chiaro e preoccupante della situazione in Italia.
Il nuovo Rapporto Istisan dell’Iss ha aggiornato i dati legati alle morti per l’amianto. Si parla di una media di 1545 persone che perdono la vita ogni anno per il mesotelioma. Si tratta di una neoplasia che si origina dallo strato di cellule che rivestono le cavità sierose del corpo come pleura, peritoneo, pericardio e cavità vaginale e dei testicoli. Un tumore di origine maligna che viene diagnosticato in media tra i 40 e i 60 anni a fronte proprio dell’esposizione prolungata all’amianto.
I dati scientifici ci dicono, infatti, che l’80% dei mesoteliomi è causato proprio all’esposizione a questo elemento che può essere lavorativa, per gli operatori a contatto con questo, o “paraoccupazionale”, per l’utilizzo dei manufatti realizzati proprio con lo stesso.
Tra le caratteristiche che preoccupano di più del mesotelioma c’è l’alta latenza temporale che rende ancora più complicata la diagnosi. Basti pensare che insorge mediamente dopo trent’anni. Questo ha fatto pensare agli specialisti che, visto il divieto di utilizzo dal 1992, dal 2022 (trent’anni dopo esattamente) i casi sarebbero iniziati a calare. Le cose però sono decisamente differenti da come si era ipotizzato.
Amianto, l’esposizione ed il mesotelioma
Fare un bilancio preciso di quante persone muoiono all’anno a causa dell’amianto ogni anno in Italia è estremamente complicato. Anche se la maggior parte delle 1545 decedute per mesotelioma, come raccontato dall’Iss, sono legate proprio all’esposizione a questo elemento. Si calcola in percentuale che l’80% dei soggetti affetti da questa patologia sia collegato in qualche modo all’amianto.
Facendo un rapido calcolo si parla di 1236 deceduti per mesotelioma, secondo la statistica, sui 1545 e dunque “appena” 309 che hanno vissuto un percorso differente. Nel contesto dell’indagine dell’Iss viene specificato come le regioni più colpite d’Italia siano Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria. Si è osservata però anche una diminuzione del numero dei decessi tra gli under 50, 31 casi nel 2010 e 13 nel 2020.
La necessità di intervenire, i risarcimenti non bastano
È di pochi giorni fa la notizia del risarcimento milionario alla quale è stata condannata Fincantieri per la morte di un dipendente esposto all’amianto a Castellammare di Stabia. Non è sicuramente un caso isolato, visto che appena una ventina di giorni fa la Asl Napoli 1 Centro è stata condannata a fornire un risarcimento alla famiglia un infermiere morto proprio per l’esposizione a questo materiale. E poi a Roma l’Inail è stata condannata a risarcire la vedova di un uomo che per trent’anni aveva lavorato alla Tim, ignaro del fatto che i materiali maneggiati erano fatti proprio d’amianto.
Sono solo tre storie tra le tante che hanno colpito il nostro paese nel corso degli anni. Un senso di speranza lo regala il direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss, Marco Martuzzi, che ha specificato: “Le morti e le malattie per amianto destano un grandissimo senso di ingiustizia sociale che richiama tutti alla necessità di andare a intervenire subito. In Italia è stato fatto molto negli ultimi decenni e i primi risultati positivi si vedono”.
Nonostante questo l’amianto, ancora oggi, rimane un’emergenza ambientale e sanitaria: “Richiede urgenti interventi di prevenzione, eliminando esposizioni residuali presenti ancora in Italia. Va assicurata un’adeguata assistenza sanitaria e sicurezza sociale agli ex esposti ai malati per amianto e loro familiari”.
Proprio in questa direzione nasce il Progetto Serpa che è finanziato dall’Inail e coordinato dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Questo ha l’obiettivo centrale di far collaborare diverse istituzioni. Senza dimenticare l’intervento, assolutamente fondamentale, dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) che ormai da anni tutela l’individuo a 360° fornendo servizi di assistenza gratuita, tecnica, medica e legale ai malati e alle loro famiglie.