La povertà nel mondo registra dati allarmanti e nessuno fa niente. La denuncia della Banca Mondiale: colpisce 692 milioni di persone.
Circa 3,5 miliardi di persone al mondo vivono con meno di 7 euro al giorno e per eliminare la povertà sarà necessario più di un secolo. Secondo la Banca Mondiale, il Covid ha rallentato la crescita e penalizzato le battaglie contro la povertà, al punto che il periodo 2020-2030 potrebbe essere un decennio perso.
La stima è che entro la fine di questo decennio circa il 7,3% della popolazione in tutto il mondo vivrà in una condizione di povertà estrema. “Dopo decenni di progressi, il mondo sta attraversando gravi battute di arresto nella lotta alla povertà”. È la denuncia di Axel van Trotsenburg, direttore generale della Banca Mondiale, che spiega anche come nel mezzo delle crisi che si sovrappongono, l’approccio “business as usual non funzionerà più. È necessario un modello di sviluppo fondamentalmente nuovo se vogliamo migliorare la vita delle persone per proteggere il Pianeta”.
Quasi 700 milioni di persone vivono con meno di 2,5 dollari al giorno e il 44% della popolazione mondiale con meno di 6,85 dollari, limite definito come soglia di povertà nei Paesi emergenti. La Banca Mondiale si auspica che questa soglia possa scendere al 7,3% entro il 2030. Van Trotsenburg ha spiegato che oltre al Covid, hanno influito il rallentamento economico, il debito pubblico elevato, le guerre e gli choc climatici.
La Banca Mondiale: cosa fare per ridurre la povertà
Nonostante un calo leggero delle disuguaglianze di reddito mondiali, il 20% della popolazione patisce forti disparità, soprattutto in America Latina e nell’Africa Sub sahariana. “Per ridurre la povertà è essenziale che i governi aiutino gli agricoltori ad adottare nuove tecnologie, adattate ai rischi climatici, che possano promuovere la prosperità e preservare l’ambiente”. Sono le parole di Indermit Gill, capo economista della Banca Mondiale. “Investimenti costanti in istruzione e sanità producono risultati migliori nella lotta alla povertà e nella promozione della prosperità nei Paesi in via di Sviluppo”.
Guardando all’Europa, la povertà estrema colpisce il 6,8% della popolazione: circa 23,2 milioni di persone. Ad esse vanno aggiunti 94,6 milioni di persone a rischio povertà ed esclusione sociale (il 21,4% della popolazione).
Il dato arriva da Eurostat e risale al 2024. Il rischio povertà cresce anche tra i minori: il 24,8%, quasi 20 milioni, sono a rischio. La situazione è precipitata anche durante gli anni del Covid. Sono cresciute le condizioni più gravi. Il 9,5% della popolazione non può permettersi un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni.
Il 32% della popolazione e in particolare il 56% dei genitori single con figli, non sono in grado di sostenere una spesa imprevista. “Nella prospettiva di un miglioramento delle politiche dell’Unione che provi a strutturare misure comunitarie di lotta alla povertà – dichiara Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà in Italia – l’introduzione di un reddito minimo europeo rappresenterebbe un significativo passo avanti nella costruzione di un’Europa sociale da tempo annunciata e auspicata, ma ancora lontana dalla sua realizzazione”.