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Consulta, è fumata nera per l’ottava volta: “Fallito il blitz di Giorgia Meloni sul nuovo giudice costituzionale”

Il caso della nuova nomina di un giudice della Consulta sta infiammando in queste ore il Parlamento: nuova fumata nera.

Ottava fumata nera per la scelta del giudice della Consulta, ovvero la Corte costituzionale italiana. L’opposizione ha parlato di un sostanziale “blitz fallito” da parte della premier Giorgia Meloni. L’elezione, infatti, deve avvenire in Parlamento riunito in seduta comune alla Camera dei Deputati. In pole per la sostituzione di Silvana Sciarra, che ha concluso il suo mandato l’11 novembre del 2023 c’è Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi voluto dalla premier e considerato il padre del ddl di riforma costituzionale del premierato.

Consulta, è fumata nera per l’ottava volta (ANSA FOTO) – NewNotizie.it

Per eleggerlo, però, la maggioranza ha bisogno di almeno 363 voti, vale a dire i 3/5 dei 605 parlamentari. All’ultima votazione i presenti e votanti sono stati 342 con 323 schede bianche, 10 nulle, e 9 preferenze disperse. Nel centrodestra erano assenti oltre 20 parlamentari. La stessa coalizione di maggioranza, però, aveva dato “ordine di scuderia” di votare scheda bianca per provare a far convergere anche l’opposizione sul nome di Marini. Su quest’ultimo pesa l’ombra del presunto conflitto d’interessi proprio per l’incarico di consigliere giuridico del governo.

In realtà c’è già un precedente. Marco D’Alberti, già consigliere giuridico dell’allora presidente del Consiglio Mario Draghi è stato eletto giudice della Consulta in passato. Marini, quindi, con ogni probabilità sarà ricandidato. “Ci siamo sentiti e coordinati, compatti li abbiamo fermati, ora serve il dialogo. La compattezza delle opposizioni ha fermato la forzatura della maggioranza”, ha esultato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, rivendicando l’unità dei partiti di minoranza.

Partiti che non hanno partecipato al voto: i parlamentari sono entrati in Aula ma non hanno ritirato la scheda. E che soprattutto sarebbero tutt’altro che uniti, viste le polemiche scatenate dal leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte contro Matteo Renzi di Italia Viva. “Stamattina è fallito il blitz organizzato da Meloni in persona – ha affermato Conte – per consentire alla sola maggioranza di eleggersi il giudice della Corte Costituzionale. Li abbiamo lasciati da soli in Aula con le loro paranoie, a scovare i traditori dentro Fratelli d’Italia“.

Nuovo giudice della Consulta, Donzelli (FdI): “Non possiamo tenere bloccata l’Italia”

Non possiamo tenere bloccata l’Italia perché le opposizioni sono divise tra loro. – ha detto Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia – Se le opposizioni pensano di bloccare le istituzioni a vita fino a quando la maggioranza non fa quello che dicono loro sbagliano, fanno male alle istituzioni e a se stessi. Il tema è molto semplice: il loro gioco è ‘blocchiamo la democrazia e l’Italia perché Meloni ha vinto le elezioni’, ma non funziona così. Sono passati due anni, accettino la realtà: hanno perso le elezioni“.

Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale (PRESS OFFICE GIULIANO AMATO FOTO) – NewNotizie.it

Un monito sul ruolo della Consulta è giunto in mattinata anche da Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale. “Democrazia – ha sottolineato Amato – è anche rispetto dei ruoli. La Corte non deve fare il Parlamento. I giudici non devono andare oltre l’interpretazione della legge offerta dalle sue parole. Il rischio è di trovarsi davanti a un ‘governo dei giudici’, non meno grave all’assoggettamento dei giudici ai legislatori. Esiste, oggi una difficoltà della politica, ma la Corte non deve approfittarne”.

Francesco Ferrigno:
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