Silent Hill 2 è uno dei videogame più iconici di sempre, esce oggi il remake per Ps5 attesissimo in tutto il mondo.
Sicuramente era molto complicato vedersela con un caposaldo della storia dei videogame, la Konami sarà riuscita ancora a stupirci?
Silent Hill 2 arriva per Playstation 2 in Europa il 23 novembre del 2001 sull’onda dell’entusiasmo di uno splendido primo capitolo uscito poco prima per Ps1. Già all’epoca non ci si aspettava di trovarsi di fronte a un videogame così iconico, in grado di rompere gli schemi e di regalarci un’avventura grafica che ancora oggi sembra al passo coi tempi.
Cosa c’era dunque di più difficile se non realizzare un remake di un cult? La Konami vuole rilanciare il franchise 12 anni dopo l’uscita dell’ultimo capitolo. E per farlo ha scelto il remake del capitolo di maggior successo seguendo un po’ quanto fatto dalla Capcom con Resident Evil.
Sebbene possa sembrare un successo assicurato, ci sono tanti punti interrogativi. Anche se la produzione ha disposto una campagna di marketing perfetta, rinviando diverse volte le uscite e riuscendo così ad attirare l’attenzione del pubblico considerando anche il fatto che i giovani di oggi erano troppo piccoli per aver giocato all’ultimo capitolo, Downpour, uscito 12 anni fa.
Silent Hill 2 il Remake, tra un successo annunciato e tanti dubbi
Silent Hill 2 il Remake sembra un successo annunciato anche se la stessa Konami ha avuto tanti dubbi prima di avvallare questo progetto. In prima istanza perché si trattava di un videogioco di 23 anni fa di una saga che non vedeva un capitolo dal 2012, in secondo luogo per la lentezza del survival horror non certo al passo coi tempi.
Per questo gli sviluppatori hanno lavorato molto su questi aspetti, rendendo il videogioco più action senza però snaturare il valore di quanto fatto in precedenza. È così uscito un videogame pronto a fare storia e che sicuramente oltre a rilanciare la saga darà il via anche a un vero e proprio modo di fare videogiochi.
Marco Accordi Rickards: giusto partire dal secondo capitolo?
Ai nostri microfoni, su Silent Hill 2 il Remake, Marco Accordi Rickards, Direttore del Museo del Videogioco di Roma e Professore di Teoria e critica delle opere multimediali e interattive all’Università degli studi di Tor Vergata a Roma.
“Quando Silent Hill ha fatto il suo ingresso nelle console da casa con il primo episodio su Playstation e poi, rafforzando questo effetto con l’attesissimo Silent Hill 2, è stato un impatto importante sul mondo dei videogiochi”, dichiara, parlando dall’impatto di questo videogame e dalle novità rispetto al vecchio gioco.
“All’interno delle avventure horror che erano state già fortemente segnate da Resident Evil, che aveva un approccio più viscerali e di salto sulla sedia e azione, Silent Hill propose un approccio totalmente diverso, più strisciante, psicologico che tende a insinuarsi negli anfratti della tua anima, creando affetti disturbanti. Facendo pensare al videogiocatore ad alcune paure ancestrali come l’abbandono e la malattia e tra tutti Silent Hill 2 è stato il più viscerale”.
Ma è una scelta giusta lavorare sul secondo capitolo della saga, evitando di riflettere sul primo? La sua risposta: “Il remake è una scelta che ha senso perché si erano già riviste riedizioni del primo come l’interessante Shatter Memories. Attorno a Silent Hill 2 rimaneva e rimane un’aurea leggendaria ancora più forte del suo predecessore, è stato un momento che ha segnato l’immaginario collettivo di tutto il popolo del videogame. In questo momento, utilizzando le nuove tecnologie e le nuove console, per ridare via a quegli episodi così significanti, di una serie mai più riuscita ad arrivare a quei livelli, può essere una speranza per quella serie che possa tornare a dire qualcosa di interessante”.
Dietro ai remake c’è la volontà di far rivivere esperienze provate negli anni passati ai giovani gamer o una crisi di idee? Specifica: “Da anni siamo bombardati da remastered, remake e riedizioni nel mondo dei videogiochi. È una discussione antica, permette alle nuove generazioni di giocare a cose perse o non si hanno più idee? Sono critico perché spero sempre in nuove idee e che se si fanno queste operazioni ci sia un motivo significativo. Sono contrario a una produzione in serie di questi prodotti”.
Rita Riggio, esperta di Silent Hill di PSM
In esclusiva ai nostri microfoni è intervenuta anche Rita Riggio, redattrice ed esperta di Silent Hill di PSM rivista cult a cavallo tra la fine del vecchio millennio e inizio del nuovo, riedita da un anno in tutte le edicole e con cadenza bimestrale.
Sulle aspettative ha spiegato: “Sicuramente questa è l’analisi di un videogioco più difficile che ho dovuto fare nella mia vita e non solo perché è il mio gioco preferito, ma perché è un caposaldo intoccabile. Quando ho dovuto mettere mano ero davvero scettica e avevo davvero paura. Dopo i primi minuti di gioco, quando James si guarda allo specchio e fa vedere le mani, mi sono emozionata e commossa. Quando un videogioco tri trasmette queste emozioni non c’è altro da aggiungere, hanno già vinto”.
Verrà rilanciata la saga? “Questo videogame darà sicuramente forza per rilanciare la saga nello specifico e darà a tutti la possibilità di scoprire il retrogame del passato e me lo auguro con tutto il cuore”.
E poi si sofferma su come verrà preso dai gamer: “I più giovani potranno godere di un titolo dall’impronta fresca e intuitiva, un grande lavoro fatto nei confronti delle nuove generazioni. Chi si aspetta più azione e difficoltà si troverà di fronte a molta soddisfazione. La generazione 30-40 ritroverà il cuore e le emozioni del Silent Hill del 2001”.
Si passa poi a parlare di uno dei personaggi più iconici della serie: “Parlando di Pyramid Head, il boss più celebre della saga, lo ritroveremo anche nel remake. Fa ancora paura? Fa più paura in questo remake, anzi è più possente, più pauroso, più aggressivo ed è più palpabile l’idea che non lo puoi sconfiggere, non puoi affrontarlo. Questa paura ti avvolge dal primo momento che lo vedi. È un’emozione che durerà in tutte le fasi del gioco fino alla fine. A livello di design è stato leggermente ritoccata per dare paura al gamer, aggiungendo dettagli che possono sembrare piccoli, ma possono dire tanto”.
Gabriel Galliani, il caporedattore di Psm promuove il gioco
Ma cosa ne pensa Gabriel Galliani, caporedattore di PSM, che ha parlato ai nostri microfoni? Sottolinea: “Le mie impressioni sono ottime, sopra alle aspettative. Ero partito prevenuto verso questa operazione e mi sono dovuto ricredere in fretta. Decisamente promosso”.
Sarà un modo per rilanciare il franchise? “È un po’ presto per dire se rilancerà la saga, la domanda giusta da fare è se ci sia ancora spazio per un franchise del genere e io lo spero sicuramente. Ci sono sviluppatori indipendenti che si danno da fare per riportare in auge lo stile survival horror anni novanta, con qualche tocco per rimodernare tutto. Credo che possano essere prodotti con un certo richiamo di pubblico”.
Sul quesito se potrà piacere ai più giovani specifica: “I giovani sentono la portata dell’evento? Credo che le nuove generazioni cerchino la gratificazione immediata. Vedremo se daranno il tempo di giocare a qualcosa dove c’è una forte componente di assimilazione degli eventi che accadono, dei dialoghi e degli aspetti psicologici del gioco”.
Anche lui l’abbiamo interrogato su Testa a Piramide: “Devo confessare una cosa, Testa a Piramide non mi ha mai fatto paura. Ho trovato semper d’impatto, nonostante viva in Pianura Padana, il senso costante di disagio e inadeguatezza nelle strade. Lui è come un vecchio amico che mi fa piacere rivedere dopo tanti anni”.