All’alba di oggi polizia di stato e Dda hanno effettuato un’operazione contro la camorra: in totale 60 persone sono state arrestate a Napoli.
I clan di camorra erano capaci anche di gestire, praticamente in monopolio, il racket degli alloggi popolari. C’è anche questo nell’inchiesta che questa mattina ha portato all’arresto di 60 persone a Napoli. L’indagine si è concentrata nella zona est del capoluogo partenopeo, nel quartiere di Ponticelli. Disarticolate le cosche dei De Micco e dei De Martino. Oltre 350 agenti della polizia di stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione. Nell’inchiesta, come già accennato, anche la capacità della camorra di affidare le abitazioni a persone compiacenti e dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro.
La mano dei clan sul quartiere è stata documentata anche dal fatto che gli inquilini delle case popolari erano costretti ad affidare i servizi di pulizia ad affiliati. I cittadini erano minacciati ed erano obbligati dal clan a versare quote di denaro a rappresentanti delle ditte referenti del clan. Monitorate poi diverse condotte estorsive portate avanti con la tecnica del “cavallo di ritorno”. Alcuni indagati erano dediti al furto di auto e motoveicoli che, successivamente venivano restituiti ai legittimi proprietari solo dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.
L’Antimafia ha ricostruito lo spaccato criminale dell’area di Ponticelli tra il 2021 ed il 2022. Negli atti d’indagine la violentissima contrapposizione tra i clan D’Amico (anche detto dei Fraulella) e De Micco (i cosiddetti Bodo). Una “guerra” che ha causato omicidi e fatti di sangue in cui ha assunto un ruolo predominante il clan De Luca-Bossa. Quest’ultima cosca, spalleggiata dalle famiglie Minichini, Casella, Aprea e Cuccaro, era espressione della Alleanza di Secondigliano. I De Martino hanno quindi dovuto accettare un compromesso proprio con i De Luca-Bossa.
Nuovi omicidi e fatti di sangue hanno finito ben presto per incrinare l’alleanza. Ne è nato un nuovo scontro accentuatasi a seguito della scarcerazione di esponenti di spicco di entrambe le compagini. Tra gli eventi che hanno favorito la “rottura”, il tentato omicidio di Luigi Aulisio, esponente del clan Casella, ed un tentativo di estorsione ai danno dei gestori di una fiorente piazza di spaccio a Ponticelli, una dei luoghi di maggiore presenza del sodalizio De Luca/Bossa. Una contrapposizione armata segnata, peraltro, anche da numerosi attentata dinamitardi che hanno interessato le rispettive roccaforti dei clan.
Napoli, la camorra aveva a disposizione armi da guerra
L’organizzazione criminale investigata era in grado di gestire l’intera filiera del narcotraffico, dall’approvvigionamento di ingenti quantità di stupefacenti cocaina, crack, marijuana e hashish, fino allo smercio della droga al dettaglio. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati circa 200 kg di sostanze stupefacenti. Scoperto anche un laboratorio utilizzato per la raffinazione e il confezionamento del crack. E un locale per lo stoccaggio e la preparazione di altri tipi di droga.
I gruppi criminali avevano a disposizione armi da fuoco comuni e da guerra e relativo munizionamento, ordigni da guerra e rudimentali e locali adibiti alla manutenzione delle armi. Nella zona del cosiddetto “grattacielo di Ponticelli” è stato scoperto e sequestrato un locale adibito alla conservazione e manutenzione di armi di grosso calibro. Sotto sequestro anche arnesi per la pulizia e per la lubrificazione delle armi, oltre a un ordigno da soft air, appositamente modificato per diventare micidiale. Ulteriori ordigni bellici sono stati rinvenuti in altri due covi scoperti, rispettivamente, nella zona del rione Fiat e nell’area delle cosiddette “Case di Topolino”.