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Niente più smartphone fino alla seconda media, l’iniziativa in Italia può diventare virale

Un’iniziativa nata al nord Italia potrebbe invadere il paese, niente più smartphone fino alla seconda media per i bambini. Il pubblico si divide. 

I cellulari moderni hanno cambiato le nostre vite a volte in meglio e in altri casi in difficoltà. Questo perché soprattutto i bambini hanno perso molto contatto con la realtà.

Niente smartphone per i bambini fino alla seconda media (NewNotizie.it)

Ricordate quando da piccoli ci divertivamo al parco? Quando ci riunivamo con i nostri amici e socializzavamo? Ecco questa cosa sta andando esaurendosi anche a causa della tecnologia. È per questo che in molti si stanno chiedendo se sia giusto dare in mano ai bimbi più piccoli dei cellulari.

Secondo aspetto, ma non meno importante, sono i contenuti vietati che questi possono facilmente raggiungere e anche i malintenzionati con i quali si possono rapportare. Il rischio è dunque di trovarsi di fronte a una nuova generazione che si possa trovare in seri guai e che possa distaccarsi dalla realtà. Per questo vogliamo raccontarvi un’idea interessante che sta prendendo strada nel nord del nostro paese.

Cellulare vietato a scuola fino alla seconda media

A lanciare l’idea di togliere lo smartphone a scuola fino alla seconda media è il “Patto di comunità per il benessere digitale dei giovani”. L’iniziativa è partita dal Ponte nelle Alpi per arrivare a Belluno e Borgo Valbelluna, le prossime città dovrebbero essere Feltre e Pieve di Cadore. Il Corriere delle Alpi specificano che l’obiettivo non è quello di escludere i più piccoli dal mondo digitale, ma guidarli in maniera consapevole e cercando di far capire loro come approcciarsi a un universo sterminato e che nasconde davvero moltissimi potenziali pericoli. Un modo dunque per approcciarsi a una realtà nuova senza dimenticarne i rischi.

Togliamo gli smartphone ai bambini (NewNotizie.it)

Il Patto è stato formato da alcuni genitori che vogliono formare una rete tra le varie agenzie educative. Specificano per prima cosa che la proibizione non è la soluzione, ma la conoscenza può aiutare e portare a un risultato. Diventerebbe dunque importante capirne il metodo per vedere se le cose si possono fare con cognizione di causa ed estendere anche a molte altre città non solo al nord Italia. Questo fa capire come sia importante educare i giovani sotto un altro punto di vista in precedenza sottovalutato anche perché legato a un mondo differente e a una vita che potrebbe rivelarsi differente per le nuove generazioni. Anche se qualcuno sembra essere discorde con questa idea sicuramente si tratta di un campo da analizzare con attenzione.

Matteo Fantozzi: Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.
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