Dopo 15 anni dalla morte dei due fratellini, il padre di Francesco e Salvatore Pappalardi ha chiesto di riaprire le indagini per far luce su una vicenda ancora senza colpevole.
Quando 15 anni fa scomparvero nel nulla a Gravina di Puglia Ciccio e Tore, i soprannomi di Francesco e Salvatore Pappalardi, le indagini si concentrarono sin da subito più sulla ricerca del colpevole che non sul ritrovamento dei due fratelli di 13 e 11 anni. Era apparso, infatti, sospetto il comportamento del padre, Filippo, che dopo aver denunciato la scomparsa dei figli la sera del 5 giugno, che da poco vivevano con lui dopo la separazione dalla moglie, spense il cellulare per diverse ore.
Così, prima ancora che venissero ritrovati un anno e mezzo dopo all’interno di una cisterna i corpi mummificati dei due fratelli per una mera casualità, Filippo Pappalardi è stato condannato con l’accusa di sequestro di persona, duplice omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, dopo aver giocato con alcuni amichetti, Filippo Orlandi sarebbe andato a prendere i figli che, a causa della loro disobbedienza, avrebbero fatto arrabbiare il padre al punto da perdere il controllo.
Solo il 25 febbraio del 2008, dopo che un altro bambino Michelino di 12 anni, era precipitato nel pozzo della “Casa delle cento stanze” che porta a una cisterna si ritrovano i corpi di Ciccio e Tore. E a seguito dell’autopsia si scopre come i due fratelli non sono morti per maltrattamenti, ma di stenti. È molto probabile che entrambi giocando siano finiti nel pozzo e se non fosse stato per l’incidente di Michelino, i loro corpi forse non sarebbero mai stati trovati.
Riaprire le indagini 15 anni dopo
Così Filippo è stato scagionato dalle accuse e l’inchiesta viene archiviata definitivamente nell’aprile 2016. Tuttavia, sia per Filippo che per Rosa, la madre dei due bambini, la verità sulla morte di Francesco e Salvatore sarebbe un’altra. Sin da subito, infatti, la madre si è convinta del fatto che Ciccio e Tore non fossero da soli. E se gli altri ragazzini avessero parlato, dicendo tutta la loro verità, magari i due fratellini si sarebbero potuti salvare.
Ecco perché il padre ha chiesto formalmente di riaprire le indagini per fare chiarezza una volta per tutte sulla morte dei suoi figli. Ma non solo. Oltre alla verità, il padre di Francesco e Salvatore vuole accertarsi di eventuali responsabilità di altre persone che sapevano, ma non hanno parlato all’epoca. Anche lui, infatti, è convinto che qualcun altro sapesse che Ciccio e Tore stavano giocando nella “Casa delle cento stanze” prima di essere fagocitati dalla cisterna.
“Sono troppi i punti oscuri di questa vicenda“, ha confessato Filippo Pappalardi intervistato dal ‘Nuovo Quotidiano di Puglia’. “Ci sono persone, ragazzini ma probabilmente anche degli adulti, che hanno nascosto la verità e ora voglio capire perché lo hanno fatto. Ci sono delle lacune nelle indagini e anche verbali della Procura che sono stati cambiati. Perché?”. L’unico desiderio di Pappalardi ora è “fare davvero giustizia sulla morte dei miei figli”.