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Anna, uccisa a 20 anni da un Tiramisù | Ecco cosa è successo davvero

Da giorni non si fa che parlare della morte della ragazza di soli 20 anni dopo aver mangiato il tiramisù vegano che in realtà non lo era. L’etichetta, tuttavia, raccontava ben altro e anche il laboratorio vegano.

Anna Bellisario aveva 20 anni e sapeva fin troppo bene di essere allergica ai latticini, motivo per cui controllava scrupolosamente qualsiasi alimento prima di mangiarlo. Sapeva, insomma, i rischi che correva e se ha deciso di dare una prima cucchiaiata al tiramisù vegano era perché era certa di poterlo mangiare.

Anna Belisario (NewNotizie)

Aveva letto, infatti, l’etichetta del dolce da cima a fondo e nulla menzionava tracce di latte o suoi derivati all’interno del prodotto, anche perché, trattandosi di un tiramisù vegano, di base non era possibile che ci fosse al suo interno qualche ingrediente di origine animale.  Così, certa dopo aver letto l’etichetta e controllato la lista di allergeni di non correre pericoli con tracce di latticini, ha assaggiato in un locale di Milano per la prima volta il “Tiramisun”, che si è rivelato fatale però per lei. Il fidanzato ha raccontato, inerme, che non potuto fare nulla per aiutarla.

Dopo due cucchiaini, Anna ha iniziato a tossire, così è corsa in bagno per provare a vomitare in bagno. Non riuscendoci però, ha preso il cortisone e il farmaco anti-asma, ma lo shock anafilattico non le ha dato scampo. La ventenne è svenuta, non ha più ripreso conoscenza e dopo dieci giorni di coma è deceduta all’ospedale San Raffaele.

Non solo il dolce per il laboratorio vegan che non rispettava le regole

Ma come è stato possibile che in etichetta non venisse riportata un’informazione così importante? I prodotti vegani, infatti, vengono anche consumati da chi ha allergie alimentari, come nel caso di quella ai latticini, proprio per non correre pericoli. Eppure, non solo erano contenute tracce, ma nemmeno erano state riportate correttamente in etichetta, ovvero il “documento” ufficiale del prodotto che dovrebbe riportare alla lettera tutti gli ingredienti e i possibili pericoli. La spiegazione c’è, però, e non è per nulla piacevole.

Il tiramisù conteneva tracce di latticini (NewNotizie)

Prodotto in un laboratorio di Assago, subito dopo il malore e la morte di Anna, i carabinieri del Nas hanno fatto una scoperta davvero sconcertante. Dopo alcuni sopralluoghi sia nel laboratorio che nei punti vendita dove si servivano anche i ristoranti milanesi, avrebbero scoperto come la produzione di biscotti vegani e di una crema al mascarpone, avvenisse proprio sullo stesso bancone. In altre parole, si sono contaminati tra loro, proprio perché non è stata effettuata la produzione in due ambienti separati. Ecco perché le etichette così risultano essere “incomplete”, proprio perché non sono stati rispettati gli standard di sicurezza previsti in questi casi.

Il rappresentante legale della società è stato denunciato per omicidio colposo, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Ma non solo. Anche la madre 60enne addetta alle procedure Haccp per la salubrità degli alimenti e due addette alla preparazione delle pietanze, una donna di 31 anni di origine thailandese ed una 27enne peruviana, sono state denunciate.

E non finisce qui. Se le tracce di latticini nel dolce sono stati fatali per Anna, è molto probabile che già il suo organismo fosse compromesso anche a causa della maionese, vegana che vegana non era, che avrebbe mangiato all’interno del panino. La ventenne, infatti, era anche allergica alla proteine dell’uovo presenti in realtà nel prodotto. Ma solo l’autopsia potrà chiarire meglio cosa ha causato lo shock anafilattico e la morte di Anna.

Karola Sicali:
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