Si sfilaccia formalmente il Commonwealth con una decisione destinata a cambiare il peso e l’influenza della Corona sul resto delle nazioni. Per Carlo III non c’è nulla da fare, l’Australia ha preso la sua decisione.
E insomma, che la Regina Elisabetta II fosse insostituibile nell’immaginario collettivo che è letteralmente nato dopo di lei era pressoché scontato. In in 96 anni di vita e 70 anni di regno, l’ex sovrana del Regno Unito non ha fatto la storia, bensì è stata lei stessa la storia. E così, immaginare un mondo senza di lei, significa anche accettare come il peso ideologico e politico della Corona possa cambiare e non di poco.
L’Australia uno dei paesi più importanti del Commowealth, l’organizzazione intergovernativa a cui la Regina era molto legata, ha deciso, infatti, di attuare una decisione più che storica. E ad annunciare il cambio di rotta e rottura con la monarchia inglese è stata la stessa banca centrale del paese.
“La nuova banconota presenterà l’immagine di un indigeno piuttosto che quella di Carlo III”. Con la morte di Elisabetta quindi, non si avrà più un sovrano del Regno Unito sulla banconota da 5 dollari australiani. Era rimasta, infatti, l’unica a ritrarre il volto del monarca. Ma con Elisabetta, proprio come dicevamo prima, pare essersi chiusa per sempre un’era.
Tutte le ragioni dell’Australia
Stando a quanto dichiarato dall’istituto centrale australiano, il cambiamento è stato voluto e sostenuto anche dal governo di centrosinistra, che si è dichiarato così favorevole alla decisione, frutto della nuova sensibilità australiana volta a onorare e a rendere omaggio alla “cultura e alla storia delle popolazioni aborigene australiane”, spiega sempre la Reserve Bank of Australia. “L’altro lato della banconota continuerà a rappresentare il parlamento”.
Ancora non si sa però quando effettivamente la nuova banconota entrerà in circolazione e con quale illustrazione. La banca nazionale australiana, infatti, prima vuole consultarsi con i gruppi indigeni aborigeni per la progettazione, motivo per cui passerà presumibilmente molto tempo prima di ammirare la nuova banconota che comunque già sulla carta convince.
Come si legge in un articolo de ‘Il Post’, un sondaggio svolto lo scorso ottobre dal Sydney Morning Herald ha dimostrato come il 43% degli intervistati abbia dichiarato di preferire una persona australiana sulla banconota da 5 dollari, proprio come per i tagli da 10, 20, 50 e 100 dollari. Mentre il 34% si era dimostrata favorevole alla “tradizione”, prediligendo l’immagine di re Carlo III.
Eppure, proprio per la sensibilità che cambia, il riconoscimento dei diritti delle popolazioni autoctone è diventato un tema centrale e di fondamentale importanza nell’agenda politica e mediatica dell’Australia. La maggior parte degli aborigeni, circa 700.000, vive in un stato di assoluta povertà, ed è oggetto di frequenti episodi di discriminazione e razzismo, eredità del passato coloniale britannico del paese che ha ucciso, sottomesso e allontanato dalle proprie terre migliaia di aborigeni.
Tuttavia, re Carlo III non è stato bandito del tutto dalla valuta australiana. Il monarca, infatti, sarà ancora raffigurato e presente sulle monete che dovrebbero essere coniate e pronte entro la fine dell’anno.