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Almalaurea, chi c’è davvero dietro? L’accusa di un neolaureato: “Stanno letteralmente vendendo il mio profilo”

Tappa obbligatoria del percorso universitario, Almalaurea intercetta sin sa subito i futuri laureati d’Italia per incrociare atenei, imprese e mondo del lavoro in Italia. Eppure, potrebbe nascondersi anche altro.

Nella stragrande maggioranza dei casi, non è possibile accedere alle sedute di laurea senza aver prima dato il consenso all’iscrizione al portale di Almalaurea, ovvero il Consorzio nato nel 1994 per fare il punto della situazione su università, neolaureati e aziende. Una sorta di finestra sul mondo del lavoro, diciamo, che consente agli studenti indecisi dopo il diploma o ai laureandi di farsi un’idea circa le reali prospettive occupazionali e che in lasso di tempo.

Un’aula universitaria e il logo di Almalaurea (NewNotizie.it)

Come si legge sul sito di Almalaurea, infatti, il consorzio si pone di: “1. analizzare, per conto degli atenei, le valutazioni dei laureati sull’esperienza universitaria per indirizzare gli Organi di Governo degli Atenei nella programmazione delle attività di formazione; 2. rendere disponibili online i curricula di neolaureati e di laureati con pluriennale esperienza lavorativa“. Insomma, diventa una tappa obbligatoria dare il consenso prima della seduta di laurea, proprio perché grazie alle statistiche sugli studenti/laureati e le eventuali occupazioni e retribuzioni, si ha una profilazione più accurata dell’effettiva salute dell’offerta lavorativa.

Si tratterrebbe, a conti fatti, di un ottimo strumento, proprio perché consente di orientarsi e capire come muoversi nell’intricato mondo degli stage full-time a 600 euro al mese senza la possibilità, nella maggior parte dei casi, di avere il contratto rinnovato, magari proprio a tempo indeterminato, l’aspirazione massima ormai per chiunque data la crisi occupazionale a cui stiamo assistendo da anni.

La Banca Dati di Almalaurea non accessibile proprio a tutti

Tuttavia, tutto si complica proprio con la Banca Dati online di Almalaurea. Sempre nel sito, infatti, si legge come sia “un modello in Europa, per favorire e rendere democratico l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro e agevolare le loro aspirazioni di carriera”,  proprio perché le aziende possono fare una prima ricerca partendo dai 2.280.000 di cv presso 73 Atenei italiani che il consorzio mette a disposizione. Un modo più veloce quindi di far incontrare domanda e offerta nel mercato del lavoro, o forse no.

Buono d’ordine Almalaurea (NewNotizie/ foto Almalaurea)

Su Reddit un neolaureato ha lanciato, infatti, un’accusa abbastanza pesante proprio per la gestione dei curricula da parte di Almalaurea. “Ho appena scoperto un fatto che mi ha lasciato molto perplesso. Mi sono laureato da poco in una Università del Nord Italia. Al momento dell’iscrizione alla sessione di laurea nel mio caso sono stato costretto ad iscrivermi sul portale Almalaurea per completare la procedura”.

“Io e tutte le persone con cui ho parlato di questo argomento fino a questo punto eravamo convinti che si trattasse di un servizio a favore dei neolaureati per aprire le porte al mondo del lavoro, mettendo in bella mostra il curriculum per le aziende che fossero alla ricerca di certe figure”, ha scritto ancora su Reddit.

“Oggi su indicazione di un collega che è stato contattato da un’azienda attraverso Almalaurea, ho scoperto che le aziende per poter accedere a questo portale e visualizzare i curriculum dei neolaureati devono pagare un abbonamento che costa anche parecchio, per un anno di accesso con 5000 CV scaricabili si arriva a 3200€ + IVA“, ha denunciato sui social l’utente.

“In pratica stanno letteralmente vendendo il mio profilo e non c’è stato modo di evitarlo”, ha scritto ancora. “Sicuramente tante aziende scoraggiate dal costo per l’accesso evitano totalmente il portale e, di conseguenza, il mio profilo non sta ricevendo tutte le visite che potrebbe ricevere se fosse un portale aperto gratuitamente a tutte le aziende”.

Karola Sicali:
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